domenica 17 febbraio 2008

Amon/Nimh - "Sator" - Eibon Records - 2007

L'universo dell'ambient e della musica sperimentale è sterminato. Ma se ne parla molto poco e si conosce la scena anche meno. Ed è facile perdere dischi importanti se non si frequentano canali privilegiati, quantomeno settoriali. Il caso di dischi importati che dovrebbero esulare da un contesto specifico è proprio "Sator". Nato dalla collaborazione tra due artisti nostrani ben noti alla scena, Amon(Andrea Marutti), storico progetto di dark-ambient, e Nimh(Giuseppe Verticchio), è un'affascinante discesa nelle cavità più profonde della terra. E' la riproposizione di un abisso, delle viscere, di un assordante sprofondare verso il non conoscibile, verso il mistero ancora irrisolto del quadrato magico del Sator. Formato da cinque parole di cinque lettere sovrapposte - ROTAS/ AREPO/ TENET/ OPERA/ SATOR - è sicuramente la struttura a palindromi più nota della storia. E cinque sono i brani presenti nel disco che ripropongono come titolo i cinque palindromi. Qui si scava a fondo attraverso synth, tools, sequencer, effettistica e molto altro ancora. Una ricerca che sembra voglia afferrare perlopiù l'effetto piuttosto che capirne la causa. Sonorità oscure, maree e flussi in perpetuo movimento, lentamente, che scandagliano singolarmente ogni elemento chimico che compone la sostanza. Chirurgicamente. "Sator" è un viaggio rituale più che un disco nel senso letterale del termine, e come tale fa fatica a rimanere inciso su di un supporto perché ogni volta che si attiva scopre una dimensione diversa dalla precedente. Un relativismo irrequieto che non trova motivo specifico di esistere neanche nell'ambiente in cui si muove. Perennemente distorto e dilatato. Come le molteplici interpretazioni date al quadrato nel corso degli anni, senza che si raggiungesse mai un'analisi definitiva e comune. E come tutte le cose che non hanno una definizione, di cui non se ne conosce lo scopo, anche "Sator" conserva il suo fascino esplorativo ad ogni ascolto. Un viaggio lungo le strade dell'indefinibile dove nessun valore è assoluto, ma tutto, ogni cosa, ha motivo di esistere.

Eibon Records

Recensione già pubblicata su Hardsouds.it

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