lunedì 25 febbraio 2008

Un cuore in inverno - di Claude Sautet. Con Daniel Auteuil, Emanuelle Beart, Andrè Dussollier. Colore 105 min. Produzione Francia 1992.

L'incapacità di amare. Di rapportarsi agli altri senza provare sentimento non corrispondendolo. Un'altra fine lettura del cineasta francese sulla psicologia che contorna e condiziona i rapporti amorosi. Questa volta più cinico del solito: Stéphane(Auteuil) seduce e conquista Camille(Beart), donna del suo amico e socio in affari per poi respingerla quando lei cede al suo corteggiamento. Un film misurato e per certi versi algido. Atmosfera decadente e scenografie sobrie mentre sullo sfondo si muovono l'arte liutaia e la musica classica. "Un cuore in inverno" è un'opera che si fa strada con amarezza tra le pieghe dell'animo umano e tra gli inestricabili intrecci della mente. Mette in gioco cuore e cervello, illusioni e sprezzo e ci dice che l'amore è sicuramente un gioco, ma soprattutto un gioco sadico che può fare molto male. Alla fine, con eleganza, Sautet non offre vie di fuga ai sentimenti. Li ricopre di quell'alone misterico che inseguiamo ogni volta nonostante non sappiamo mai cosa possa riservarci. In fondo è per questo che amiamo, perché pur potendo elencare una serie di motivi più o meno validi per tutti che ci legherebbero ad un'altra persona è il mistero a tenerci insieme. A mantenerci vivi. Lo stesso mistero che non riesce ad avvicinare Stephane a Camille: lui non crede nelle passioni. Allora decide di ritornare per sempre in letargo, nell'interminabile inverno interiore che custodisce il suo cuore arido. Arido, ma lontano dalla sofferenza. Lontano...

2 commenti:

Christian ha detto...

Un bel film, con un titolo bellissimo e attori giusti per la parte. Grande Auteuil, bellissima la Bèart!

Shadowland ha detto...

Si, bellissima la Beart. :-)