giovedì 6 marzo 2008

La Famiglia Winshaw - di Jonathan Coe. 480 pg. 1995

Uno scrittore, Michael Owen, che prende in carico l'onere di scrivere la biografia di una potente famiglia inglese negli di governo della Thatcher. Ne resterà vittima man mano si addentrerà nei segreti e nelle vicende che caratterizzano tutti i Winshaw, fino al colpo di scena finale, beffardo e cinico. Parte di quella trilogia di Coe sui vari decenni della vita politica e sociale dell'Inghilterra, "La famiglia Winshaw" dei tre("La Banda dei Brocchi" e "Circolo Chiuso" gli altri due) fa storia a sè non avendo legami con gli altri due romanzi. E, probabilmente, è quello che nonostante descriva un periodo storico di una specifica nazione riesce ad inquadrare alla perfezione gli anni '80 di un qualsiasi altro paese. Difficile non rispecchiarsi in una decade storicamente importante soprattutto sul piano politico. Al di là di queste considerazioni, Coe dimostra ancora una volta una di essere un dissacrante cantore di una nazione potente e complessa. Il suo stile si fa ancora più acido senza mai perdere d'occhio la leggerezza, l'ironia ed il romantisismo di fondo che lo contraddistinguono. Mette a nudo tutti i vizi e la bastardaggine del potere di una famiglia composta da affaristi privi di scrupolo con uno sguardo amaro e disilluso che attraversa più generi, dal giallo al comico. Per giunta un libro colto, pieno zeppo di citazioni letterarie e cinematografiche(Coè ha scritto anche una biografia di Bogart) che si incastrano bene nella struttura e mai di troppo. Intelligente e perfido, spiritoso e spietato. Un ritratto a tutto tondo di un'epoca destinata a non smettere mai di suscitare clamore. Nel bene e nel male.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

fantastica recensione come sempre...

Shadowland ha detto...

Sempre troppo buono. :-)