venerdì 21 marzo 2008

Inverno
Sono affannosi come strade in salita i giorni nel cuore dell’inverno,sentieri impervi che portano nei campi nudi in letargo, o che salgono ai monti solitari, dove il vento del Nord la notte fa sibilare i fili dei tralicci alti sul mare scosceso delle rocce. Eppure è adesso, nella terra inerte disfatta dai geli e dalle piogge, che il grano in erba cova le sue spighe,gli alberi scheletriti i frutti, le siepi desolate le prime viole nere per la festa della Candelora. E forse sono proprio queste attese che l’uomo si porta nel sangue dalla nascita, ed il pensiero che se uno vuole, la sera, può accendersi ancora il fuoco in qualche posto, che aiutano i vecchi soli con se stessi ad attraversare questi mesi morti, fatti di giorni brevi, grigi, tutti uguali nel cielo chiuso dei mattini senz’alba.

Antonio Seccareccia

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