Il muro di Berlino crollerà di lì a poco. Siamo a Praga nel 1988.
Un violinista decaduto, Louka(Zdenek Sverak, padre del regista), una volta famoso, sposa una donna russa per soldi. Lei ha solo bisogno di alcuni documenti. Quando la donna scappa via una volta ottenutoli abbandona suo figlio Kolya(che parla soltanto il russo). Louka, un uomo scontroso, ribelle, costretto alla sopravvivenza a causa della sua esclusione dall'orchestra filarmonica di stato per un diverbio con un burocrate del partito comunista dovrà prendersene cura. Al suo terzo film Sverak conferma a pieno il suo talento dirigendo una storia apparentemente semplice ma dagli aspetti di fondo complessi. Rapporto tra due estranei che non parlano la stessa lingua e di età agli antipodi in un contesto storico-politico ancora più ingarbugliato come quello che si è avuto sul finire degli '80. Due estranei, un "invasore"(Kolya, russo), ed un "invaso"(Louka, ceco). Scanzonato, tenero, divertente, "Kolya" è un film sulla paternità e sulla convivenza, sulla forza del sentimento che supera ogni tipo di ostacolo(la polizia segreta alle calcagna che vuole fare luce sul matrimonio "fasullo") e sul caso che con ineluttabile fermezza mette fine ad ogni "ostilità" con le manifestazioni di giubilo per la morte del regime comunista che posiziona tutti i personaggi dalla stessa parte. Oscar come miglior film straniero e lontano da ogni accondiscendenza lacrimevole. Qualche ruffianata, ma ironico, ottimista, delizioso.
Un violinista decaduto, Louka(Zdenek Sverak, padre del regista), una volta famoso, sposa una donna russa per soldi. Lei ha solo bisogno di alcuni documenti. Quando la donna scappa via una volta ottenutoli abbandona suo figlio Kolya(che parla soltanto il russo). Louka, un uomo scontroso, ribelle, costretto alla sopravvivenza a causa della sua esclusione dall'orchestra filarmonica di stato per un diverbio con un burocrate del partito comunista dovrà prendersene cura. Al suo terzo film Sverak conferma a pieno il suo talento dirigendo una storia apparentemente semplice ma dagli aspetti di fondo complessi. Rapporto tra due estranei che non parlano la stessa lingua e di età agli antipodi in un contesto storico-politico ancora più ingarbugliato come quello che si è avuto sul finire degli '80. Due estranei, un "invasore"(Kolya, russo), ed un "invaso"(Louka, ceco). Scanzonato, tenero, divertente, "Kolya" è un film sulla paternità e sulla convivenza, sulla forza del sentimento che supera ogni tipo di ostacolo(la polizia segreta alle calcagna che vuole fare luce sul matrimonio "fasullo") e sul caso che con ineluttabile fermezza mette fine ad ogni "ostilità" con le manifestazioni di giubilo per la morte del regime comunista che posiziona tutti i personaggi dalla stessa parte. Oscar come miglior film straniero e lontano da ogni accondiscendenza lacrimevole. Qualche ruffianata, ma ironico, ottimista, delizioso.
5 commenti:
che bello stare tutti dalla stessa parte :)...
Eh, alla fine "buoni" e "cattivi", anche gli agenti della polizia segreta che lo tenevano d'occhio erano in piazza a festeggiare.
Ammetto di non averne mai sentito parlare. Però la trama e il soggetto sembrano davvero molto interessanti.
Ale55andra
film che desidero vedere da anni, ma che non riesco a reperire in nessun posto...intendo proprio NESSUNO...
Non saprei aiutarti, Mario. Lo vidi al cinema alla sua uscita. Comunque, do un'occhiata in giro e ti faccio sapere. O_*
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