Una Casa Alla Fine Del Mondo -
di Michael Mayer. Con Colin Farrell, Robin Wright Penn, Sissy Spacek, Dallas Roberts. Colore 95 min. Produzione Usa 2004.Bobby(Farrell) è un ragazzo particolare e sensibile che passa dall'infanzia all'adolescenza e da questa all'età adulta, portando con sé e coltivando ciò che ritiene più importante nella vita: l'amore. Questo nonostante la perdita drammatica del fratello maggiore, ed in rapida successione di mamma e papà. Solo, viene accettato dalla famiglia di Jonathan(Roberts), suo amico, col quale intraprende un timido rapporto omosessuale. Separati dal college, dopo anni di distacco Bobby va a vivere a New York con Jonathan e Clare(Wright-Penn, con la quale divide l'appartamento). Seguiranno piccole turbi, incomprensioni, brevi dolorosi distacchi, fin quando una nuova nascita porterà con sé anche la consapevolezza(o la maturazione) dei tre, delle loro scelte definitive. "Una casa alla fine del mondo" è un film gracile, tratto da un successo autobiografico dello scrittore di Micheal Cunningham(e da lui stesso sceneggiato). Potremmo certamente parlare di un menage a trois del nuovo millennio, di un film sull'omosessualità, di un film sulla famiglia(vista non dal lato canonico), ma è soprattutto un film sull'amore, quello incondinzionato che travalica genere e sesso. Michael Meyer, regista off-Broadway al suo debutto, dirige in scioltezza senza mai calcare la mano lasciando scivolare la storia naturalmente, prendendo qualche rischio di troppo(superato da una sceneggiatura convincente), ma senza mai lasciare in sospeso la narrazione. Ambientato in una sognante America e partendo da Cleveland(dove si conclude) sul finire degli anni '60, il film si porta dietro per tutta la sua durata quell'aura eterea, surreale, utopica tipica di quegli anni, rafforzata da una costante, splendida colonna sonora(Jefferson Airplane, Patti Smith, Bob Dylan e molti altri), e da un cast d'attori credibile dove Dallas Roberts(attore di teatro) ruba la scena al più noto Farrell. "Una casa alla fine del mondo" è anche un film importante oltre che un buon film. Nonchè coraggioso e purtroppo snobbato da gran parte di pubblico. Coraggioso perchè uscì all'indomani di una campagna elettorale di quella parte dell'America uscita vincente dalle scorse elezioni anche grazie all'opposizione inquisitoria proprio contro i temi in esso trattati; importante perchè lo fa in modo assai leggero senza il bisogno di dovere a tutti costi convincere nè lo spettatore, nè l'opinione pubblica(virtù rara di questi tempi). Emozionante, inoltre, con un lungo dolce-amaro finale che lascia appena intravedere, seppur immerso in una poetica consolatoria, una solitudine forse prossima e definitiva che non aveva mai trovato posto, invece, in tutta la storia anche durante il periodo di vita peggiore.