Nonostante prossimi al mezzo secolo di vita vissuta insieme, Fiona(Christie) e Grant(Pinsnet) sono ancora teneramente legati come se fossero due novelli fidanzati. Fiona comincia ad accusare comportamenti strani, vuoti di memoria. E' il morbo di Alzheimer che si sta facendo lentamente strada tra le sue sinapsi. Inevitabile la scelta del ricovero presso una struttura
che accoglie quella tipologia di malati con l'avanzare del morbo. Tratto da un racconto breve di Alice Munro e da lei stessa sceneggiato, "Away From Her" è un film non sulla malattia ma sulle consenguenze che questa comporta sul piano umano ed affettivo. Brava la Polley, qui all'esordio, a non cadere mai nella lacrima facile e nel sentimentalismo spicciolo che fanno solitamente da contorno ai film di genere. Il tema è trattato con una sensibilità di fondo discreta, quasi in modo riservato ed in apparenza, solo in apparenza algido come nella filmografia del grande regista canadese Atom Egoyan, cooproduttore del film del quale si avverte palesemente la presenza(e l'ispirazione). Girata in patria, in luoghi dove il tempo scandisce lentamente ogni secondo dell'esistenza, dove paesaggi innevati e vegetazione risultano ancora intatti - l'opportunità di sfruttare al meglio la fotografia non è stata per fortuna sprecata - la pellicola è uno struggente canto d'amore e di dolore di due persone sul viale del tromonto di una vita che vivono in modo consapevole accettandone l'amaro decorso finale. Straodinaria la Christie, funzionale l'uso del flashback e dei suoi tempi narrativi.
che accoglie quella tipologia di malati con l'avanzare del morbo. Tratto da un racconto breve di Alice Munro e da lei stessa sceneggiato, "Away From Her" è un film non sulla malattia ma sulle consenguenze che questa comporta sul piano umano ed affettivo. Brava la Polley, qui all'esordio, a non cadere mai nella lacrima facile e nel sentimentalismo spicciolo che fanno solitamente da contorno ai film di genere. Il tema è trattato con una sensibilità di fondo discreta, quasi in modo riservato ed in apparenza, solo in apparenza algido come nella filmografia del grande regista canadese Atom Egoyan, cooproduttore del film del quale si avverte palesemente la presenza(e l'ispirazione). Girata in patria, in luoghi dove il tempo scandisce lentamente ogni secondo dell'esistenza, dove paesaggi innevati e vegetazione risultano ancora intatti - l'opportunità di sfruttare al meglio la fotografia non è stata per fortuna sprecata - la pellicola è uno struggente canto d'amore e di dolore di due persone sul viale del tromonto di una vita che vivono in modo consapevole accettandone l'amaro decorso finale. Straodinaria la Christie, funzionale l'uso del flashback e dei suoi tempi narrativi.
7 commenti:
Questo è piaciuto praticamente a tutti e ogni cosa che leggo è sempre più lusinghiera. Non vedo l'ora che arrivi anche da me ^^
Ale55andra
Finalmente un film che non ti strappa le lacrime, ma ti scuce qualcosa dentro. Ti parla, non ti ricatta.
Meravioglioso, toccante, devastante con delicatezza.
MrDavis
Bella recensione e belle le parole che hai appena usato: "ti parla, non ti ricatta". Ce ne vorrebbero più spesso di film così! Io purtroppo non l'ho ancora visto perchè non è arrivato dalle mie parti; spero di farlo presto!
bravissimo, sono d'accordo, l'ho appena visto e mi ha dato le tue stesse impressioni.
ammirato dal restyling del tuo blog. molto, molto bello.
Concordo in pieno.
Date l'OSCAR alla Christie!!! ^^
Grazie del passaggio da noi.
Un saluto
@Iggy:
grazie intanto. Si, film così perlopiù latitano quando si parla di film sulle malattie o storie d'amore in genere. Per non dire di quelli sulla terza età. Insomma, mai disperare. :-)
@Mario: grazie. In fatto di restyling diciamo che ho perso tutta la notte di sabato per capirci qualcosa, io ignorante assoluto di HTML, informandomi in giro per la rete sono riuscito ad ottenere quello che volevo. Incredibile. :-)
@chimy: grazie a te per la visita.
Si, la Christie è stata davvero eccezionale.
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