tag:blogger.com,1999:blog-69932220033453505232023-06-15T20:23:21.270+02:00.Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.comBlogger85125tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-54223811496580188972019-06-10T11:16:00.000+02:002019-06-10T11:17:32.099+02:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-7zo50ZOQD68/XP4WRvJxyeI/AAAAAAAAA_U/QXWKblCTz4UkE6gnk0Uaa0uRfOlzFoK3wCEwYBhgL/s1600/locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="588" data-original-width="420" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-7zo50ZOQD68/XP4WRvJxyeI/AAAAAAAAA_U/QXWKblCTz4UkE6gnk0Uaa0uRfOlzFoK3wCEwYBhgL/s320/locandina.jpg" width="228" /></a></div>
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<b>Bohemian Rhapsody</b> -<span style="background-color: white;"> <span style="color: red;">di Bryan Singer. Con Rami Malek, Lucy Boynton, Gwilym Lee, Ben Hardy. Produzione Usa/Gran Bretagna 2018 - 134 minuti.</span></span></div>
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Senza mezzi termini, film bruttino su cui incide come una pietra tombale la post-produzione di May e Taylor (Deacon si è apertamente disassociato dal risultato finale. A dirla tutta si è disassociato da tutto quanto sono diventati i Queen dopo la scomparsa di Freddie). Biopic stracolmdo di difetti, ripulito da tutti gli spasmi narrativi dolorosi e scorretti di cui la vita di Mercury era piena, per fare attraversare incolume la pellicola diretta verso la strada degli Oscar. Didascalico, non afferra pienamente la realtà controversa (?) in cui erano immersi band e frontman, servendo sul piatto del grande pubblico i clichè pubblici comunque già noti a tutti. Inoltre, i fatti vengono raccontati in maniera non lineare per provare a dare continuità alla narrazione, è già in questo si denota una certa disonestà intellettuale, ed un piacere opportunistico che mira soltanto a lucidare la pellicola per renderla più fruibile. Perchè se è vero che alcune licenze temporali possono anche giovare in alcuni casi specifici, in Bohemian Rhapsody non è passabile vedere Mercury già cosciente della malattia prima ancora di salire sul palco del Live Aid (ne verrà a conoscenza solo nel 1987). A proposito del finale, ci si chiede a cosa possano servire gli storici 20 minuti della prestazione a Wembley completamente "rifatti": una mostruosità filmica con pochi precedenti. In poche parole, Freddie era solo questo? La sua omosessualità trattata con pudica osservazione (guai ad approfondire il tema); gli altri membri della band dei santi che volevano esclusivamente il bene del gruppo; rapporti con la famiglia ai margini; storia d'amore con la fidanzata (ben sei anni) mai analizzata. Resta la prestazione di Malek il quale in più di una occasione rischia di scadere nel macchiettismo, ma che nel complesso risulta credibile. E di cosenguenza restano la musica e la personalità difficile quanto debole di Freddie. Film mediocre che risente inevitabilmente dei problemi di regia (Singer non l'ha diretto completamente), e delle sforbiciate dei due attuali Queen che emergono come i veri leader (ma dai...) della band. </div>
Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-46658184153520751392016-07-19T11:28:00.001+02:002016-07-19T11:29:57.113+02:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-X4T_uF0ds5Q/V43x6rRWZUI/AAAAAAAAAfI/tVP01JZ7rDUDS1x762c-JmDpKh9Sgr0dQCLcB/s1600/frost.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="207" src="https://2.bp.blogspot.com/-X4T_uF0ds5Q/V43x6rRWZUI/AAAAAAAAAfI/tVP01JZ7rDUDS1x762c-JmDpKh9Sgr0dQCLcB/s320/frost.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<b>Confidenza con la notte</b></div>
<div style="text-align: center;">
Io sono uno che ha confidenza con la notte.<br />
Ho fatto nella pioggia la strada avanti e indietro.<br />
Ho oltrepassato l’ultima luce della città.</div>
<div style="text-align: center;">
Sono andato a frugare giù nel vicolo più tetro.<br />
Ho incontrato la guardia nel suo giro<br />
Ed ho abbassato gli occhi, per non spiegare.</div>
<div style="text-align: center;">
Io ho trattenuto il passo e il mio respiro<br />
Quando da molto lontano un grido strozzato<br />
Giungeva oltre le case da un’altra strada,</div>
<div style="text-align: center;">
Ma non per richiamarmi o dirmi un commiato;<br />
E ancora più lontano, a un’incredibile altezza,<br />
Sullo sfondo del cielo un orologio illuminato</div>
<div style="text-align: center;">
Proclamava che il tempo non era giusto, né errato.<br />
Io sono uno che ha confidenza con la notte.</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red;"><span style="background-color: white;">Robert Frost</span></span></div>
Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-81518469506087034252011-07-31T00:41:00.002+02:002011-07-31T00:55:20.776+02:00<span style="font-weight: bold;">My Dying Bride</span> - <span style="color: rgb(255, 102, 102);">Evinta</span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/-m9yfhJIIOXo/TjSLHuCD5jI/AAAAAAAAAZU/n5zCL0pUPOQ/s1600/my%2Bdying%2Bbride%2Bcd.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 300px; height: 300px;" src="http://4.bp.blogspot.com/-m9yfhJIIOXo/TjSLHuCD5jI/AAAAAAAAAZU/n5zCL0pUPOQ/s320/my%2Bdying%2Bbride%2Bcd.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5635281998479353394" border="0" /></a> - <span style="color: rgb(255, 102, 102);">Peaceville Records</span> - <span style="color: rgb(255, 102, 102);">2011</span><br /><br /><span style="font-family: verdana;font-family:Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;font-size:100%;" >Vecchi brani rivisti e riarrangiati in questo doppio CD. Ma non è sufficiente a discrevere 'Evinta' perchè, in pratica, è un nuovo album a tutti gli effetti. Quelle proposte sono versioni talmente elaborate e stilisticamente diverse rispetto alle originali che i brani suonano assolutamente come nuovi. Un lavoro enorme di rielaborazione che trasforma i classici della band in suite orchestrali, sinfoniche, in cui sono gli strumenti acustici a tracciarne le melodie ed a strutturarli come operette classiche. Il discanto di Aaron e l'ugola di un soprano, poi, si alternano di composizione in composizione enfatizzando il senso drammatico di un disco autunnale e malinconico come da sempre i My Dying Bride ci hanno abituati, e nell'occasione ancora più profondo, intenso. Questo grazie anche alla partecipazione all'opera di Johnny Maudling - Bal Sagoth - il quale si occupa dei nuovi arrangiamenti badando al necessario, senza strafare, calandosi nell'universo emozionale della band inglese con umiltà e partecipazione. Un lavoro da camera, quindi, che accosta i doom-deathster a realtà consolidate come Dark Sanctuary ed Elend, ma personale, introspettivo, in cui è sempre evidente la loro poetica desolata e dolorante, romantica e decadente. Gradazioni ambient fanno il resto, coprendo 'Evinta' con un velo d'inquietudine quando le aperture orchestrali scemano verso la dilatazione sonora prima, nel silenzio dopo. Per diventare, infine, grandiosamente arte.</span><span style="font-size:100%;"><br /></span>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-90954049975842148742011-01-21T15:20:00.003+01:002011-01-21T15:29:39.542+01:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/TTmXOaP3WPI/AAAAAAAAAY8/GKy-yajZJc0/s1600/can083.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 315px; height: 320px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/TTmXOaP3WPI/AAAAAAAAAY8/GKy-yajZJc0/s320/can083.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5564645088412784882" border="0" /></a><span style="font-weight: bold; color: rgb(255, 0, 0);font-family:arial;" ><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Canaan</span> </span><span style="color: rgb(255, 0, 0);font-family:arial;" >-</span><span style="font-weight: bold; color: rgb(255, 0, 0);font-family:arial;" > </span><span style="color: rgb(255, 0, 0);font-family:arial;" >"Contro.Luce" - Eibon Records - 2011</span><br /><br /><span style="font-style: italic;"></span><p style="font-family:arial;"><span style="font-size:100%;"> <i>"Questa polvere di vita<br />che mi riempie la gola<br />è specchio di un'anima<br />invisa a sè stessa<br />che si guarda sbagliare<br />senza mai imparare..."</i><br /><br />Il sesto album in studio dei Canaan conferma la vena stilistica della band, nonchè quella emotiva. Dark-wave, ambient e vagiti elettronici al servizio dell'introspezione pura. Connubio che se apparentemente potrebbe indurre a pensare al solito indigesto polpettone triste e malinconico, i fatti invece dimostrano che ci troviamo al cospetto dell'ennesimo capolavoro della band lombarda. Dopo l'esaltante esperienza con Neronoia - <a href="http://www.hardsounds.it/PUBLIC/recensione.php?id=2715" target="_blank">Un Mondo In Me</a>, e <a href="http://www.hardsounds.it/PUBLIC/recensione.php?id=4073" target="_blank">Il Rumore Delle Cose</a> - dopo il bellissimo <a href="http://www.hardsounds.it/PUBLIC/recensione.php?id=2022" target="_blank">The Unsaid Words</a>, 'Contro.Luce' si staglia sopra ogni altra produzione di Berchi e soci e diventa indubbiamente il manifesto definitivo della band. Non perchè non ci siano margini per progredire, anzi, ma allo stato delle cose riesce difficile pensare si possa fare meglio data l'eccellenza dell'album in questione: maturo e sperimentale, coacervo di umori e sensazioni infinite, oscuro e malato, oppressivo e doloroso, ma di pari passo cedevole, indulgente, a tratti delicato, poetico. Ben ventuno brani che scorrono via senza arrecare affanni tra ritmiche dilatate e lente, suoni filtrati, effetti, innesti etnici di matrice mediorientale, tappeti ambient, orchestrazioni - della Universal Choas Orchestra - melodie che ti si piantano dentro e crescono man mano con l'andare del brano, per poi sbocciare definitivamente...sempre dentro. Riflessivo e conturbante, in solenne e perpetuo chiaroscuro, 'Contro.Luce' è completamente cantato in italiano e soltanto da Mauro il quale riesce a trasmettere il colore ed il calore necessari ad ogni testo, in ogni contesto. Disco perfetto? No, ci mancherebbe, ma se lo fosse probabilmente non sarebbe qualitativamente immenso come dimostra di essere: qui è fondamentale anche il fascino dell'imperfezione - poche, pochissime - segno che nel suo incedere maestoso l'album trasmette dignità anche ai difetti. Virtù che solo i più grandi possiedono, ed i Canaan ormai grandi lo sono per davvero.<br /><br /><i>"Quando chiudere gli occhi somiglia un po' a morire<br />Quando chiudere gli occhi vuol dire svanire<br />Deve esserci un modo per togliere le spine<br />Deve esserci un modo per spegnere il dolore nel cuore<br />senza farlo sanguinare<br /><br />Dal profondo di un cuore in rovina<br />si ritorna finalmente a respirare<br />l'aria pura del mattino"</i></span></p> <p id="Layer4" style="font-family:arial;"><span style="font-size:100%;"><b>Un divenire di emozioni senza fine.</b></span></p>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-89843546852464380492011-01-03T20:46:00.007+01:002011-01-03T20:55:36.328+01:00Pete Postlethwaite<div style="text-align: center;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/TSIn-hEhLlI/AAAAAAAAAY0/wps85o_7kjw/s1600/pete-postlethwaite.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 300px; height: 300px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/TSIn-hEhLlI/AAAAAAAAAY0/wps85o_7kjw/s320/pete-postlethwaite.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5558048845111307858" border="0" /></a></div><div style="text-align: center; font-weight: bold; color: rgb(255, 0, 0);font-family:arial;"><span style="font-size:130%;">Warrington, 16 febbraio 1946 – Shropshire, 2 gennaio 2011</span></div><div style="text-align: center;"><br /></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-64448968604380991492011-01-01T16:13:00.013+01:002011-01-03T22:03:32.268+01:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/TR9FSdl1GlI/AAAAAAAAAYk/CTnzLWPEVkM/s1600/Agalloch-Marrow-Of-The-Spirit-2010.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 320px; height: 320px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/TR9FSdl1GlI/AAAAAAAAAYk/CTnzLWPEVkM/s320/Agalloch-Marrow-Of-The-Spirit-2010.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5557236648681740882" border="0" /></a><span style="font-weight: bold;font-family:verdana;" >Agalloch - </span><span style="font-family:verdana;"><span style="color: rgb(255, 0, 0);">"Marrow Of The Spirit"</span></span><span style="font-family:verdana;"> -<span style="color: rgb(255, 0, 0);"> 2010 - Profound Lore Records.</span></span><span style=";font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:78%;" ><br /><br /><span style=";font-family:arial;font-size:130%;" >Ancora una variazione sul tema per il nuovo album degli Agalloch. Ancora un disco di carattere, pregno di personalità ed emotivamente strabordante. Se 'Marrow Of The Spirit' si forgia di quella malinconica vena di fondo presente in tutti i lavori della band di Portland, è anche vero che l'album fa registrare un indurimento del suono, ed un ritorno in parte al black metal delle prime apparizioni sulla scena. Questo senza mai perdere di vista le strade intraprese fino all'eccezionale 'Ashes Agaisnt The Grain', quindi sfumature folk, brevi accenni gothic e quotati struggimenti strumentali tipicamente post-rock. Una sorta di rimescolamento di carte in cui convivono le varie anime del gruppo in un'unica opera, questo in occasione del cambio di etichetta e dell'ingresso in formazione di un nuovo drummer, Aesop Dekker, il quale rinvigorisce la ritmica dando il giusto apporto dinamico al lavoro. Meno dilatazioni, meno progressioni e stile più definito, quindi, e brani di conseguenza che mirano più all'aspetto evocativo, emozionale, che a quello "sperimentale". Poco male in quanto il risultato finale non cambia affatto: 'Marrow Of The Spirit' è un concentrato di violenta spiritualità, colonna sonora di tormentate sere invernali trascorse alle prese con sè stessi. Soffuso, introspettivo e di pari passo gravido di rabbia. Si lancia nei meandri oscuri dell'anima, in foreste innevate dove il tempo sembra essersi arrestato, e riesce a trovare spiragli di luce inaspettati. Drammatico, teatrale, a tratti orchestrale, ci consegna gli Agalloch ancora una volta ispirati che nel rilasciare la summa della loro arte trovano di nuovo modo per guardare avanti: la parte centrale di <i>"Black Lake Nidstang"</i>, brano di diciassette minuti, si caratterizza con una nenia di ambient e psichedelia da favola, segno che solo chi sa veramente osare riesce veramente a creare, ad essere <i>leader</i>, e non un <i>follower</i>. </span></span> <span style=";font-family:arial;font-size:130%;" ><b><span style=""><br /><br /><span style="font-weight: bold;">Ancora un passo avanti, ancora oltre, ancora grandi. Ancora Agalloc</span></span></b></span><span style="font-weight: bold;font-family:arial;font-size:130%;" >h</span><span style=";font-family:arial;font-size:130%;" >.</span><span style="color: rgb(255, 255, 255);font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:78%;" ><b><br /></b></span>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-19638182960351553572009-06-17T12:10:00.005+02:002009-06-26T15:39:26.534+02:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/SjjBNd140yI/AAAAAAAAAYQ/lEc85M-5Nmo/s1600-h/Il+caso+di+Thomas+Crawford.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 224px; height: 320px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/SjjBNd140yI/AAAAAAAAAYQ/lEc85M-5Nmo/s320/Il+caso+di+Thomas+Crawford.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5348236994595574562" border="0" /></a><span style="font-weight: bold;">Il caso di Thomas Crwaford</span> - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">di Gregory Hoblit. Con Anthony Hopkins, Ryan Gosling. Produzione USA 2007 - 113 min.</span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family:verdana;">Thriller classico, ma dalla struttura poco ortodossa. Rovesciata, per dire: il colpevole si scopre all'inizio del film ed esce di galera alla fine. Anche se vi ritorna bastardamente per un "altro reato". Thomas Crawford(Hopkins) uccide la moglie fedifraga, e mette in atto un piano luciferino per uscirne pulito dopo l'incriminazione. A reggergli il confronto è un giovane avvocato, Willy Beachum(Gosling), il quale si sta giocando la carriera per effetto del procedimento che ha deciso di seguire. Tutto qui?</span> <span style="font-family:arial;"><span style="font-family:verdana;">Più o meno. Pur con una struttura inversa che permette qualche colpo di scena ben studiato, il film si trascina stancamente verso un finale abbastanza scontato. Tensione rasente il nulla, ed interpretazione tipica da bamboccione hollywoodiano di Gosling il quale, già monoespressivo e faccia da pesce lesso, parte con uno svantaggio abissale in termini di carisma e bravura con il sempre eccellente Hopkins. Regia quasi descrittiva ed anonima fanno il resto e consegnano la pellicola alla schiera dei noir giudiziari dalla confezione perfetta, ma dalla sostanza alquanto incerta. Bella la cornice, di dubbio valore il quadro</span>.</span><br /></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-90467105935276413152009-03-03T14:49:00.002+01:002009-03-03T14:53:53.779+01:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/Sa01ty8Wu2I/AAAAAAAAAYI/UsDqtvBMVkQ/s1600-h/buried-inside-spoils-of-failure.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 320px; height: 320px;" src="http://1.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/Sa01ty8Wu2I/AAAAAAAAAYI/UsDqtvBMVkQ/s320/buried-inside-spoils-of-failure.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5308958596624989026" border="0" /></a><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:verdana;"><span style="font-weight: bold;">Buried Inside</span> - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">"Spoils Of Failure" - Relapse Records 2009.</span></span></span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style=";font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:100%;" >Davvero un discone questo dei canadesi Buried Inside, quintetto di Ottawa che ricalca le orme dei padri pellegrini del post metal e quelle dei più progressisti Mastodon, ma con una lancinante decadenza ed un sofferto incedere che ricorda da molto vicino quello i Cult Of Luna. Introspettivo, a tratti riflessivo, ma sfrontato e vitaminico, "Spoils Of Failure" è un continuo crescendo di emozioni lanciato in un tritacarne che mulina a bassa velocità. Un coacervo di ferite che si aprono e si chiudono ossessivamente lasciando filtrare nel sangue la sofferrenza e le paure di un'esistenza tormentata dall'assenza di diritti, da politici bastardi, dalla corsa al successo a scapito di poveri cristi finiti all'obitorio, dalla scienza che sforna mostri inutili al solo scopo di monetizzare i suoi esperimenti mentre noi poveri coglioni ci lasciamo imbonire senza colpo ferire. Otto brani senza titolo che oltre a strappare lacrime e rabbia sul piano strumentale, ti sbattono sul muso liriche di una complessità sociologica al limite della letteratura tecnica, ma allo stesso modo accessibili. Ciniche e spaventosamente veritiere. Tra le più interessanti da una vita a questa parte, frutto di un evidente studio profondo di tematiche delicate e controverse. Sono le <i>spoglie del fallimento</i>, quelle di un'umanità prossima all'autodistruzione che i Buried Inside tracciano con fenomenale intensità attraverso la voce trafiggente di Nick Shaw e le melodie armonizzate delle chitarre, vere spine nel fianco di una condizione umorale in costante discesa che si assesta sui livelli di un grigio assai carico, alle soglie del nero della stessa marcata tonalità delle aquile in copertina che volteggiano pazientemente in attesa della fine. Disperato, malato, caustico. Lo specchio di questo tempo marcio e confuso. Travolgente, malinconico, un disco di un bellezza avvolgente destinato a risvegliare eserciti di anime intorpiditi della piattezza emotiva contemporanea.</span><br /></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-45239752048967135082009-02-23T10:46:00.005+01:002009-02-23T11:22:28.170+01:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/SaJw2IqJHSI/AAAAAAAAAYA/V35ziX5Vul0/s1600-h/tutti+gli+uomini.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 224px; height: 320px;" src="http://2.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/SaJw2IqJHSI/AAAAAAAAAYA/V35ziX5Vul0/s320/tutti+gli+uomini.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5305927386335354146" border="0" /></a><span style="font-family:verdana;"><span style="font-weight: bold;">Tutti Gli Uomini del Re</span> - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">di Steven Zaillian. Con Sean Penn, Kate Winslet, Jude Law, Anthony Hopkins. Colore, 140 min. Produzione Usa.</span></span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family:verdana;">La storia di un venditore che diventa governatore dello stato della Louisiana negli anni 30. In breve, questa la trama del dramma diretto da Zaillian. Willie Stark, anche attivista politico,</span> <span style="font-family:verdana;">si accorge di essere pilotato durante i primi comizi elettorali grazie al giornalista Jack Burden(Law), il quale gli farà prendere coscienza prima, per poi diventare un suo fido collaboratore. Stark intraprende una campanga elettorale a modo suo avvicinandosi ai contadini, agli "zotici", ai cosiddetti ultimi, scagliondosi contro il mondo delle banche ed il potere che ne deriva. Nobili intenzioni, ma eletto governatore cadrà preda delle stesse accuse rivolte ai potenti, e soccomberà definitivamente a causa di una manovra oscura che lo porterà alla morte. Filmone classico che sullo sfondo tiene in pugno una sottotrama ancorchè tragica, si sviluppa senza particolari sussulti e non si eleva dalla sufficienza neanche con le interpretazioni di un cast dai nomi altisonanti. Il solo Penn ci mette tutto sè stesso, come al solito, ma il film fatica a districarsi da un processo narrativo alquanto algido, lontano dalla passione e dalla tensione che una dramma come questo dovrebbe evocare. Un compitino svolto a dovere, per carità, con una esposizione dei fatti esemplare ed una ambentazione assolutamente efficace, manca però l'elemento che ne farebbe una pellicola capace di distinguersi dalla moltitudine dei film di genere: la linearità. Incomprensibile la scelta di doppiare Penn con un ridicolo accento italo-americano alla pari dei mafiosi dei film di Scorsese e Coppola.</span></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-49996155622665618372008-12-02T11:46:00.006+01:002008-12-02T22:27:19.148+01:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/STUTNePn8dI/AAAAAAAAAXw/j7KsfUwGoc4/s1600-h/locandina.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 224px; height: 320px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/STUTNePn8dI/AAAAAAAAAXw/j7KsfUwGoc4/s320/locandina.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5275143660712227282" border="0" /></a><span style="font-size:100%;"><span style="font-weight: bold;font-family:arial;" >Il piacere e l'amore</span> - <span style="color: rgb(255, 0, 0);font-family:arial;" >di Nuri Bilge Ceylan. Con Ebru Ceylan, Nuri Bilge Ceylan, Nazan Kesal, Mehmet Eryilmaz. Produzione Turchia/Francia 2006.</span></span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:arial;">Ancora solitudine. Ancora sentimenti che mutano ed inaridiscono. Il regista turco mette di nuovo l'accento sul disagio </span></span><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:arial;">interiore questa volta conseguente ad un rapporto amoroso che si chiude, si riapre, si chiude di nuovo, ma con volontà alterna. </span></span><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:arial;">Isa - docente di storia dell'arte - e Bahar - produttrice televisiva- si amano. Lei decide di lasciarlo durante le vacanze, ormai insofferente al rapporto. Si perdono completamente di vista al ritorno ad Istanbul. Lui, dopo aver adescato una vecchia fiamma con la quale si esibisce in un amplesso(condiviso) al limite dello stupro, va in cerca di lei. Ritrovata, sarà lui a lasciare lei questa volta. Lo scorrere del tempo e degli eventi segna inevitabilmente anche le passioni. Come il cambio delle stagioni</span> </span><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:arial;">condiziona la natura. Da qui il titolo originale "Iklimler", climi in turco, che dettano i tempi dell'amore vuoto compreso: tra le stagioni - in estate si chiude, in autunno si riaccende, in inverno si chiude ancora - manca la primavera. La stagione in cui sbocciano i fiori. Stagione in cui per Isa non sboccerà mai più nulla. Primi piani, lunghi silenzi, paesaggi innevati ed una Istanbul gelida e triste come da copione - come anche Pamuk straordinariamente descrive nel suo "Instanbul" - fanno da cornice ad un film che conferma l'abilità del regista balcanico nel descrivere la condizione dell'uomo moderno che affannosamente rincorre per avere e deliberatamente perde una volta ottenuta. Qualche forzatura ed una banale linearità della storia amorosa non tolgono nulla ad un film di valore, artigianale, sincero, corredato da una splendida fotografia.</span></span></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-18524821615891954942008-11-04T15:18:00.004+01:002008-11-04T15:23:18.200+01:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/SRBZ5I9uQ3I/AAAAAAAAAXo/DegSOIWJE1M/s1600-h/Tribe+after+tribe.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 300px; height: 300px;" src="http://1.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/SRBZ5I9uQ3I/AAAAAAAAAXo/DegSOIWJE1M/s320/Tribe+after+tribe.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5264806802589893490" border="0" /></a><span style="color: rgb(153, 51, 0); font-weight: bold;">Tribe After Tribe</span><span style="color: rgb(255, 102, 102);"> </span>- <span style="color: rgb(255, 0, 0);">"M.O.A.B. - Stories From Deuteronomy". RodeoStar 2008.</span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style=";font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:100%;" >Dopo sei anni di silenzio tornano i Tribe After Tribe e lo fanno come meglio non potevano. Capitanata dal carismatico Robbi Robb, la band sudafricana osa ancora di più rispetto al solito piazzando, probabilmente, uno dei dischi dell'anno. Certo il disco migliore della loro già intensa seppur povera(in fatto di titoli) discografia. "M.O.A.B.", acronimo dai significati più disparati(allo stesso tempo ricercati e non causali) - dalle note di presentazione del disco rappresenta il deserto di Moab dove Mosè e gli israeliti commisero crimini contro popolazioni locali dedite a credi pagani, alla "Mother Of All Battles" invocata da Saddam Hussein, alla risposta americana con la "Mother Of All Bombs", la "Massive Ordnance Airblast Bomb" - è un disco complesso ed allo stesso modo scorrevole che lascia con il fiato sospeso. Ispirato in parte dal Deuteronomio, dall'Antico Testamento, è un insieme di alternative rock, musica tribale, psichedelia, world music ed altro ancora. Un concept pacifista che abbraccia tutti i temi cari da sempre a Robb, impegnato lungamente fin dai primi passi contro l'apartheid nel suo paese. Diviso in passaggi drammatici ed altri rabbiosi, tra narrazioni e fughe etniche, "M.O.A.B." è un vero e proprio manifesto contro l'ipocrisia imperante dei potenti della terra. Una ricerca incessante che filtra e snellisce senza mezzi termini i mali che attanagliano la comunità globale, sbattuti in faccia senza colpo ferire: <i>"Burning Bush"</i> ne rappresenta l'emblema. Un lavoro intrigante che nelle sue tante sfaccettature risulta equilibrato, ma che riesce ad evocare lo spirito che lo attraversa con una forza espressiva con pochi eguali e che presenta analogie concettuali e strutturali con "Mabool" degli Orphaned Land. La stupenda chiusura con <i>"Red Sky"</i> e <i>"World Drum"</i> mette i brividi, mentre con <i>"Holy City Warrior"</i> t'innesta il seme della rivolta. Disco oltre sotto ogni punto divista, anche lì dove sembra eccessivo quando si fa comunque perdonare con la sincerità che lo contraddistingue. Storie che dal passato si riflettono nel presente e viceversa. L'umanità è destinata a commettere sempre gli stessi (o)errori. I Tribe After Tribe sanno come esorcizzarli.</span><br /></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-36525592057595741322008-09-27T21:33:00.003+02:002008-09-30T13:55:03.623+02:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/SN6LIv2Du8I/AAAAAAAAAXg/8Q-drdTKik0/s1600-h/l_1bc1ad82489eee490dd0c8205a345f27.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="http://2.bp.blogspot.com/_SU78XxZlXoI/SN6LIv2Du8I/AAAAAAAAAXg/8Q-drdTKik0/s320/l_1bc1ad82489eee490dd0c8205a345f27.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5250787197958994882" border="0" /></a><span style="font-weight: bold;">Anathema</span> - <span style="color: rgb(255, 0, 0);font-family:arial;" >"Hindisight" - Kscope 2008. </span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style=";font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:100%;" >Bisogna ancora attendere per il nuovo degli Anathema perchè questo 'Hindsight' non è altro che la riproposizione di brani già editi in versione semi-acustica(con un inedito). Ma questo non fa del disco un lavoro che non merita attenzione. Anzi, conoscendo la vena umorale e la finezza negli arrangiamenti dei fratelli Cavanagh potreste già provare ad immaginare a cosa andrete incontro. Tinte e</span> <span style=";font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:100%;" >sfumature malinconiche amplificate dagli strumenti classici ed un'atmosfera da camera rendono brani noti per la loro alta carica emozionale anche migliori delle versione orginali. Come nel caso di <i>"Flying"</i>, di <i>"One Last Goodbye"</i> e di <i>"Fragile Dreams"</i> che toccano ancora di più dentro, nel profondo, dove la voce di Vincent si abbassa ed allo tempo si fa ancora più eterea pronta a rimarcare la malinconica rassegnazione che impregna ogni composizione della band. Se per tutti i brani vale una riproposizione fedele rispetto alle versioni orginali, ma spogliate in buona parte dalla ritmica e dall'elettricità, <i>"Are You There"</i> è sorretta, invece, dalle chitarre acustiche con un soprendente tempo andante che cuce addosso alla canzone un vestito nuovo senza sfigurarne l'aspetto: un capolavoro dal respiro armonico incontrollato che scioglie il sangue nelle vene. Molto bello anche l'inedito, "Unchained(Tales Of The Unexpected)", anch'esso lanciato tra le spire delle corde dell'acustica che chiude un disco di cui se ne sentiva comunque il bisogno, pur se aggiunge poco alla straordinaria evoluzione cui gli Anathema si prestano disco dopo disco. E dopo questo 'Hindsight' chissà cos'altro ci riserveranno.</span><br /></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-58796677148181993782008-08-05T09:41:00.006+02:002008-08-05T10:13:29.725+02:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://bp2.blogger.com/_SU78XxZlXoI/SJgFMFWoDxI/AAAAAAAAAQo/mElfD9oVQGE/s1600-h/locandina.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="http://bp2.blogger.com/_SU78XxZlXoI/SJgFMFWoDxI/AAAAAAAAAQo/mElfD9oVQGE/s320/locandina.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5230936672344477458" border="0" /></a><span style="color: rgb(255, 0, 0);font-family:arial;" ><span style="font-weight: bold; color: rgb(153, 51, 0);">Certi Bambini</span> - di Antonio ed Andrea Frazzi. Con Rolando Ravello, Gianluca Di Gennaro, Nuccia Fumo, Miriam Candurro, Arturo Paglia. Colore 94 min. Produzione Italia 2004.</span><br /><br /><div style="text-align: justify;">Come un ragazzino di 11 anni finisce al soldo della camorra. La storia di Rosario che vive solo con la nonna nel cuore della Napoli antica raccontata in continuo flash back attraverso i ricordi stessi che Rosario rivive mentre in metropolitana si dirige verso il suo primo "lavoro". Tratto dal romanzo di Diego De Silva, è un film sull'infazia negata e sulle sempiterne ferite di una città che se da un lato tenta di ridare speranza attraverso l'opera di un prete e dei servizi sociali, dall'altro sembra sempre più forte il richiamo della strada e dell'arroganza, della violenza. In un crescendo teso e con uno sgurado fisso sulla storia senza nessuna pretesa di fornire motivizioni sociologiche, i fratelli Frazzi costruiscono un'opera esemplare, realistica, drammatica, con il solo difetto di non essere andati più a fondo sull'assenza dei genitori sfiorata solo all'inizio quando Rosario accarezza la madre in una foto attaccata ad uno specchio. Finale lancinante che in un certo senso, nonostante tutto, ci mostra Rosario ancora attaccato ai suoi 11 anni con la voglia di tirare calci ad un pallone assieme ad altri ragazzini. O che, forse, ammazzare un uomo è già diventata un'abitudine fin dal <span style="font-style: italic;">primo colpo</span>.</div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-67543375698576521372008-07-07T20:47:00.002+02:002008-07-07T20:57:56.622+02:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://bp3.blogger.com/_SU78XxZlXoI/SHJmJD0bq3I/AAAAAAAAAQg/B1QG0vkscEc/s1600-h/copertina.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="http://bp3.blogger.com/_SU78XxZlXoI/SHJmJD0bq3I/AAAAAAAAAQg/B1QG0vkscEc/s320/copertina.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5220347223905905522" border="0" /></a><span style="font-size:100%;"><span style="font-family: arial;"><span style="font-weight: bold;">Vanessa Van Basten</span> - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">"La stanza di Swedenborg" - Eibon Records, Cold Current, Radiotarab, Noise Cult 2006.</span></span></span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;font-family:Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;font-size:100%;" > Curioso monicker dietro cui si celano due ragazzi liguri, Morgan Bellini e Stefano Parodi qui all'esordio ufficiale. "La Stanza Di Swedenborg", che dovrebbe essere intesa come quel posto in cui il teosofo, scienziato e mistico svedese riteneva che l'anima si materializzasse in un altro mondo(nel concetto del disco come una via di mezzo tra vita e morte in attesa del trapasso definitivo), è un disco che si accoda alla miriade di band dedite al post-rock strumentale, ma con una veste psichedelica e cerebrale assai definita. Nel senso che i suoni sono molto dilatati ed eterei, a dir poco cosmici. Nel senso che le suggestioni evocate e le atmosfere create hanno uno spessore visionario e cinematografico che materializzano figure e corpi dalla personalità ora latente, ora ben tracciata. Ed in fin dei conti è proprio questa la grande forza del CD, essere un progetto sonoro che trasmette una percezione allucinata della realtà. Musica che si trasforma in immagini, ferma nella "stanza", che si materializza tramite gli ascoltatori. In un altro mondo. Diverso, ancora più impercettibile delle otto tracce che lo compongono perché dopo il trapasso le note si affinano, prive del peso del "corpo". Lavoro emotivo, umorale, intriso di una armonica malinconia come se non ci fosse altro che rassegnarsi al sentimento di perdita del presente, dell'istante, che attanaglia tutti gli uomini manifestandosi tramite chitarra sporca, rozza, pesante che scambia effusioni con synth e programming, e si alterna ad attimi silenziosi ed a pause ambient dal tempo quasi recitativo. Pubblicato grazie alla compartecipazione di quattro etichette diverse, "La Stanza Di Swedenborg" è un luogo dove si esce cambiati una volta entrati. Una esperienza lisergica che non si dimentica che metterà a repentaglio le vostre poche certezze e la vostra stabilità emotiva.</span><br /></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-71425546215732531152008-06-18T14:34:00.002+02:002008-06-18T14:38:10.859+02:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://bp1.blogger.com/_SU78XxZlXoI/SFkA9MAiEUI/AAAAAAAAAQY/d61RVmvVld0/s1600-h/rece_371.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="http://bp1.blogger.com/_SU78XxZlXoI/SFkA9MAiEUI/AAAAAAAAAQY/d61RVmvVld0/s320/rece_371.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5213199094853538114" border="0" /></a><span style="font-size:100%;"><span style="font-family: arial;"><span style="font-weight: bold;">Arturo Fiesta Circo</span> - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Distratto A Sud. </span></span></span><span style="font-family: arial; color: rgb(255, 0, 0);font-family:Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;font-size:100%;" >Faier Entertainment/Venus Dischi</span><span style="color: rgb(255, 0, 0);font-size:100%;" ><span style="font-family: arial;"> - 2008.</span></span><br /><br /><span style="font-family: arial;font-family:Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;font-size:100%;" >Registrato al live club "All'unaetrentacinquecirca" di Cantù, 'Distratto A Sud' oltre ad essere un disco dal vivo è anche il primo disco degli Arturo Fiesta Circo capitanati da Sergio Arturo Calonego. Partenza di carriera anomalo quanto sorprendente se si considera che il disco è un piccolo drappo di stoffa pregiata. Un sestetto alle prese con uno swing jazz blues cantautorale che in parte fa il verso a <span style="font-weight: bold;">Conte</span> ed al <span style="font-weight: bold;">Fossati</span> penultima maniera, ma che in modo personale riesce a ritagliarsi uno spazio tutto proprio grazie a frequenti contaminazioni che hanno il sapore antico delle vecchie canzoni appassionate di uno <span style="font-style: italic;">chansonnier</span> ubriaco, con l'anima a pezzi ed il cuore ancora disposto ad amare. Una piccola orchestra che tra un bicchiere e l'altro intrattiene con grazia ed una sottile malinconica ironia gli astanti attraverso liriche che toccano il quotidiano, le amarezze, le illusioni e le piccole soddisfazioni che la vita riserva all'uomo moderno. Una performance interattiva che dialoga frequentemente con il pubblico tra un brano e l'altro e che evidenzia anche lontano dalla musica un personaggio, Sergio, capace di catalizzare verso sé una partecipazione impegnata ed allo stesso tempo rilassata del pubblico. Non è facile parlare di brani in particolare, anche se <i>"Rimini"</i> emerge dal resto con il suo andazzo trasognato e triste e la sua melodia portante che ti trapassa il costato con il punteruolo delicatamente lancinante della fisarmonica di Armando Illario(sugli scudi anche nella suadente <i>"Il Tango Dei Temporali"</i>). Alla fine ne viene fuori un ritratto a tutto tondo di un <i>circo</i> che diverte e fa divertire, ma che non riesce a trattenere(forse non vuole neanche) un riflesso emotivo e mesto che bilancia l'apparente spensieratezza che traspare dai brani. Unico appunto è forse la voce stessa di Sergio, poco flessibile e troppo spigolosa nella cadenza, ma lo si supera agilmente vista la bontà complessiva di una proposta che riuscirà a soddisfare ampiamente palati fini e non.</span>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-62101831187066630122008-05-27T09:13:00.006+02:002011-01-03T20:53:26.842+01:00Sydney Pollack<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://bp1.blogger.com/_SU78XxZlXoI/SDu0um0G4fI/AAAAAAAAAQQ/wP4dfPyTM8c/s1600-h/afp_13043466_48150.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer;" src="http://bp1.blogger.com/_SU78XxZlXoI/SDu0um0G4fI/AAAAAAAAAQQ/wP4dfPyTM8c/s320/afp_13043466_48150.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5204952507142824434" border="0" /></a> <br /> <div style="text-align: center; font-weight: bold;"><span style="color: rgb(255, 0, 0);font-size:130%;" ><span style="font-family:arial;">1 luglio 1934 - 26 maggio 2008</span></span></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-18867798816377128732008-05-13T14:07:00.006+02:002008-05-13T14:22:52.488+02:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://bp2.blogger.com/_SU78XxZlXoI/SCmG4t3x24I/AAAAAAAAAQI/F9xpeHeHXfs/s1600-h/penna.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="http://bp2.blogger.com/_SU78XxZlXoI/SCmG4t3x24I/AAAAAAAAAQI/F9xpeHeHXfs/s200/penna.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5199835553720294274" border="0" /></a><br /><br />Forse la giovinezza è solo questo<br /><br />perenne amare i sensi senza pentirsi.<br /><span style="font-weight: bold;font-family:arial;font-size:100%;" ><span style="font-size:12;"><br /><br /></span></span><div style="text-align: left;"><span style="font-weight: bold;font-family:arial;font-size:100%;" ><span style="font-size:12;"><span style="color: rgb(255, 0, 0);font-size:100%;" >Sandro Penna</span></span></span><br /></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-24450377031612308142008-04-18T16:05:00.005+02:002008-04-19T16:43:58.747+02:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://bp0.blogger.com/_SU78XxZlXoI/SAiq3gJAelI/AAAAAAAAAQA/Onnpvww3KrM/s1600-h/copj13.asp.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="http://bp0.blogger.com/_SU78XxZlXoI/SAiq3gJAelI/AAAAAAAAAQA/Onnpvww3KrM/s320/copj13.asp.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5190586441041738322" border="0" /></a><span style="font-weight: bold;">Il cinema secondo Hitchcock</span> - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">di Francois Truffaut. 311 pg.<span style="color: rgb(0, 0, 0);"><br /><br /></span></span><div style="text-align: justify;"><span style="color: rgb(255, 0, 0);"><span style="color: rgb(0, 0, 0);"><span style="font-family:arial;">Dai più ritenuto - probabilmente a ragione - il più bel libro sul cinema, quest'opera risulta sicuramente tra gli apici delle bibliografia sulla settima arte. Pensato da Truffaut nel lontano 1967, il libro è una lunga conversazione che ripercorre la filmografia del regista inglese. Tantissime domande, appunti sul montaggio, sugli effetti speciali, sui tempi narrativi, sui mezzi utilizzati, curiosità varie sui successi dei film e dettagli curiosi sui risvolti delle riprese, sceneggiature comprate e mai diventate film, considerazioni sugli attori, tanto fine umorismo e molto altro che oltre al genio mettono in mostra anche molta vita privata di Hitchcock. Una sorta di biografia sia professionale, sia umana che investe quasi 50 anni di vita del regista di capolavori come "Psycho", "Intrigo Internazionale" e via discorrendo. Un'opera che santifica un grande del secolo passato che non godeva affatto di tutti i riconoscimenti ricevuti dopo la sua morte, ma anche un libro di supporto alla quasi ossessiva insistente azione di Truffaut nel mettere in risalto e ritenere indispensabile la filmografia del regista perlopiù snobbato dalla critica del tempo. Intuizioni, dibattito lucido e serrato ed una bellissima presentazione dello stesso regista e critico francese, poi, fanno da cornice ad un quadro di per sé già eccezionale. Un libro, passatemi la retorica, che non dovrebbe davvero mancare a nessun cinefilo che sia tale.</span></span></span></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-13597153632918920272008-04-09T13:07:00.005+02:002008-04-09T13:11:51.090+02:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://bp1.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R_yj0ljRPDI/AAAAAAAAAP4/irRXM6_lWP4/s1600-h/neronoia_ilrumoredellecose.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="http://bp1.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R_yj0ljRPDI/AAAAAAAAAP4/irRXM6_lWP4/s320/neronoia_ilrumoredellecose.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5187200994652535858" border="0" /></a><br /><span style="font-weight: bold;font-size:100%;" ><span style="font-family:arial;">Neronoia</span></span> - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Il Rumore Delle Cose. Eibon Records 2008.</span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style=";font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:100%;" > Concettualmente non si discosta di una virgola dal precedente 'Un Mondo In Me', anche se stilisticamente ne accentua la sfumature noise e sperimentali. Riprende il discorso lasciato dal precedente ed i suoni, ancora più filtrati, diventano una sorta di seconda parte, il lato B delle composizioni precedenti. Un filo logico ben saldo come testimoniano i titoli dei brani ancora una volta in numerazione romana che partono dall'XI. 'Il Rumore Delle Cose', secondo capitolo del progetto Neronoia(<b>Canaan</b> e <b>Colloquio</b>), per dirla subito, si pone un gradino sotto l'esordio. Pregevole, ma non all'altezza del precedente. Forse troppo ragionato, ricercato e meno spontaneo perde quell'immediatezza, quell'urgenza che contraddistingueva il debutto. Ma sia chiaro trattasi di sottigliezze, perché se preso per quello che vale il disco manifesta una qualità comunque spaventosamente alta. E' un lavoro che sa far male, molto male, soprattutto nella sua seconda parte dove include i pezzi migliori come <i>"XVII"</i> e <i>"XVIII"</i> che ti scorticano delicatamente l'anima, senza fretta: una carezza con la carta vetro nel palmo della mano. Le atmosfere oltre che lugubri si fanno anche algide, rarefatte, ma postume di una devastazione. Se 'Un Mondo In Me' rappresentava lo stato di una condizione esistenziale disperata, 'Il Rumore Delle Cose", invece, ne evoca le conseguenze. Un livello successivo del male di vivere che mostra gli scenari interiori dopo la conclusione di una guerra. Cosa ti resta dentro se non cumuli di macerie, corpi straziati e fumo nero come la pece che inonda la terra? Da qui l'accentuazione delle sfumature industrial e noise su cui, però, a dire il vero, le liriche di Gianni si innestano in modo meno ispirato rispetto al debutto, meno incisive ed a tratti ripetitive. Un disco che, probabilmente, non ripaga del tutto dell'attesa, in definitiva, ma suggestivo, emotivamente imponente, evocativo. La conferma di un progetto che cerca la chiave della porta per dare aria ad un'interiorità che non conosce pace, ad una condizione umana perennemente apatica, ma che non ha nessuna intenzione di cambiare stanza perché le cose che fanno rumore lì dentro segnalano presenza di vita. Dolorosa, lancinante, ma clamorosamente vera.</span><br /></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-63222217861991192552008-04-04T10:12:00.006+02:002008-04-07T17:23:32.851+02:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://bp0.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R_XjHFjRPAI/AAAAAAAAAPg/4hJ7H1MLcOU/s1600-h/locandinapg2.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="http://bp0.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R_XjHFjRPAI/AAAAAAAAAPg/4hJ7H1MLcOU/s320/locandinapg2.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5185300256875691010" border="0" /></a><span style="font-weight: bold;">My Blueberry Nights</span> - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">di Wong Kar Wai. Con Norah Jones, Jude Law, Rachel Weisz, Natalie Portman, David Strathairn. </span><span style="color: rgb(255, 0, 0);">Colore 111 min. Produzione Francia, Cina, Hong Kong 2007.</span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family:arial;">In molti si chiedevano cosa ne sarebbe rimasto della poetica del regista cinese al suo primo film americano. La risposta è immediata: è ancora tutta lì, integra. Struggente, poetica, lacerante. Visivamente emozionante. Come sempre, in pratica. Elizabeth(Norah Jones) vive un lutto amoroso, lasciata dal ragazzo. Comincia a frequentare il ristorante gestito da Jeremy(Jude Law). Parla con lui, si confessa. Lui ricambia. Ogni sera lei mangia la deliziosa torta di mirtilli con gelato che lui prepara(da qui il titolo originale. Ridicolo il titolo scelto per la distribuzione italiana che per pudore non nomino neanche). Ma Elizabeth non è ancora pronta. Le ferite sono ancora fresche. Aperte, fanno ancora male. Allora decide di partire alla ricerca della cura. Incontrerà altri cristi alla deriva per poi ritornare alla fine del viaggio dopo quasi un anno. Un road movie malinconico, amaro e per certi versi anomalo dove la protagonista si sposta di città in città senza che c'è dato vederle. Un film d'interni che sfoggia una fotografia che lascia a bocca aperta e girato quasi interamente in notturna dove il tocco di Wong è ancora più pronunciato. Luci e neon, vetrine fumose, atmosfera sommessa e ritmi lenti, protagonisti quasi incorniciati da frequenti primi piani, ralenti, immagini sbiadite, colonna sonora importante e straziante(Ry Cooder) ed una presa di posizione controcorrente che rinuncia alla tecnologia e lascia Elizabeth scrivere a penna una marea di cartoline spedite all'amico Jeremy. Certamente pellicola più lineare delle precedenti e forse il finale più lieto della filmografia del regista asiatico, ma questo è grande cinema. Lussureggiante, romantico, sognante. Il racconto di una crescita interiore che avviene proporzionalmente al contatto con altri disperati. Ritrovare se stessi nel dolore e nel </span><span class="descrizione" style="font-family:arial;">senso d'angoscia</span><span style="font-family:arial;"> degli altri. E quando capisci che i sentimenti non fanno più paura, allora è tempo di attraversare di nuovo la strada. Bene la Jones qui alla sua prima prova ed eccellenti tutti gli altri, Strathairn su tutti nelle vesti del poliziotto alcolizzato lasciato dalla moglie(Rachel Weisz. Bellissima).</span><br /><span style="font-size:100%;"><br />Più Wong Kar-Wai per tutti.</span><br /></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-85667152536904315642008-03-28T10:16:00.003+01:002008-03-28T10:24:08.871+01:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://bp3.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R-y37FjRO_I/AAAAAAAAAPY/nfs12QltgLA/s1600-h/SME0718.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="http://bp3.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R-y37FjRO_I/AAAAAAAAAPY/nfs12QltgLA/s200/SME0718.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5182719496926870514" border="0" /></a><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:arial;"><span style="font-weight: bold;">Nimh</span> - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">"Unkept Secrets" - Silentes Records 2008.</span></span></span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style=";font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:100%;" > Il nuovo Nimh(Giuseppe Verticchio) è un lavoro in prima istanza sperimentale oltre che evocativo. Ha la forza di sorprendere quando meno te lo aspetti, ma allo stesso tempo riesce a creare visioni inquietanti quanto suggestive. In questi termini 'The Unkept Sectrets' è un paradosso, una figura retorica onomatopeica a rovescio che parte dal presupposto di essere un libro(sonoro) zeppo di termini che inquadrano un gesto, un movimento, un paesaggio, un tormento. Un insieme di sfumature elettroniche, dark, drone, etniche che formano un'azione, generano un'idea, suscitano un'emozione. Come nell'immensa <i>"Visions In Black"</i>, tra le migliori composizioni tra quelle che ho avuto modo di ascoltare fino ad oggi di Verticchio in cui un crescendo di tensione arriva al culmine per poi dissiparsi di nuovo: e' un vento minaccioso che fa sbattere porte e finestre durante una sera d'autunno. All'improvviso ti entrano in casa figure tormentate che cantano un lamento disperato, straziante. Poi il vento cala di intensità e la casa si svuota lentamente mentre le ore passano, la notte si presenta ed il cuore ancora ti trema. 'The Unkept Secrets' è un viaggio, il prosieguo di un viaggio iniziato anni fa, nei labirinti dell'anima e della mente, ma anche un viaggio nel senso letterale del termine alla ricerca di quei segreti del titolo in terre lontane, essenzialmente ad est del mondo, in quei posti dove ancora il tempo scorre certo inesorabilmente, ma molto lentamente, fino a dare la sensazione di essersi arrestato. Indicativa l'ultima traccia, <i>"One More Ride On The Merry-Go-Round"</i> dedicata a Tiziani Terzani, scrittore e viaggiatore che dedicò gran parte della sua vita all'Asia ed alle sue situazioni politiche, sociali e soprattutto spirituali: lui stesso affermava <i>la vita è un giro di giostra</i>, ed ogni giro, ogni nuovo giro, te la cambia. Come cambia anche l'ispirazione di Verticchio il quale ci rende partecipi della sua traversata virtuale proprio lì dove Terzani si fermò a vivere. Ad aiutarlo, oltre ad un set di strumenti necessario che marchiano la direzione stilistica ed emozionale, la presenza di una chitarra elettrica utilizzata quantitativamente come non mai, forse, in precedenza. Un ulteriore passo verso la ricerca di uno stato interiore ideale che probabilmente non troveremo mai, ma motivo primo per cui impegneremo ugualmente un'intera vita nel tentativo di raggiungerlo.</span><br /></div><br /><br /><a href="http://www.oltreilsuono.com/nimh/">Sito ufficiale</a>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-68333004276233084412008-03-25T10:15:00.008+01:002008-03-26T08:52:56.048+01:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://bp1.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R-jDXljRO-I/AAAAAAAAAPQ/grRSXmFQql4/s1600-h/locandina.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="http://bp1.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R-jDXljRO-I/AAAAAAAAAPQ/grRSXmFQql4/s320/locandina.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5181606181274205154" border="0" /></a><span style="font-family:arial;"><span style="font-weight: bold;">Onora il Padre e la Madre</span> - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">di Sidney Lumet. Con Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke, Marisa Tomei, Albert Finney. Colore 117 min. Produzione Usa 2007.<span style="color: rgb(0, 0, 0);"><br /><br /></span></span></span><div style="text-align: justify;"><span style="color: rgb(204, 102, 0);font-family:arial;" ><span style="color: rgb(255, 0, 0);"><span style="color: rgb(0, 0, 0);"><span style=";font-family:arial;font-size:100%;" >Ad 84 anni suonati Lumet ci arriva con ancora tanta rabbia in corpo. Questa sua nuova opera è un inno cinico in cui serpi velenose covano bastardamente dentro la famiglia. Tanto per dirci ancora una volta che il nucleo familiare può essere, di pari passo con un rifugio, anche un qualcosa da cui fuggire perché si perpetrano crimini indicibili. Figli alla deriva in guai economici e sentimentali. Bevitori incalliti e tossici che organizzano una rapina alla gioielleria dei genitori. Da due teste di cazzo non c'era d'aspettarsi filasse tutto liscio. Prima Hank(Hawke) manda a puttane il colpo tirandosi dietro un complice incapace; dopo Andy(Seymour Hoffman) non riesce a tenere a freno la valanga generata dal fratello(e dalla sua mancata organizzazione di un piano b) e mette in moto un vortice di pura follia omicida complice anche una vita interiore e matrimoniale fallimentari. Sarà lui stesso vittima per mano inaspettata. Figli che uccidono i genitori, genitori che uccidono i figli. Con una struttura temporale che rimanda al modo in cui ogni protagonista vive la faccenda, a metà tra flash-back e scomposizione e con fervida lucidità il buon vecchio Sidney inscena una tragedia familiare diabolica dove la devastazione interiore dei protagonisti comporta risultati sconvolgenti. Saltano tutti i ruoli al cospetto di una resa dei conti dove ognuno è a suo modo una belva inferocita alla ricerca di una via salvifica o di vendetta. Charles(Finney), il padre è, forse, metaforicamente, l'unico a trovare quello che cerca in quell'abbaglio finale che lo conduce beffardamente in "paradiso" prima dell'arrivo del "diavolo"(vedi significato del titolo originale del film. Per l'ennesima volta storpiato dalla distribuzione italiana). Bellissimo e con interpretazioni eccezionali(e con la Tomei che per la prima volta si mostra in tutto il suo splendore).</span></span></span></span><br /></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-1367054949252216172008-03-21T15:29:00.004+01:002008-03-21T15:35:23.316+01:00<div style="text-align: center;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://bp0.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R-PGaljRO9I/AAAAAAAAAPI/6qNcHwPfIc4/s1600-h/LibriLettori_pag22.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="http://bp0.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R-PGaljRO9I/AAAAAAAAAPI/6qNcHwPfIc4/s320/LibriLettori_pag22.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5180202156465142738" border="0" /></a><span style="font-size:100%;"><span style="font-weight: bold;font-family:arial;" >Inverno</span><br /></span></div><span style="font-size:100%;"><span lang="it" style="font-family:arial;">Sono affannosi come strade in salita i giorni nel cuore dell’inverno,sentieri impervi che portano nei campi nudi in letargo, o che salgono ai monti solitari, dove il vento del Nord la notte fa sibilare i fili dei tralicci alti sul mare scosceso delle rocce. Eppure è adesso, nella terra inerte disfatta dai geli e dalle piogge, che il grano in erba cova le sue spighe,gli alberi scheletriti i frutti, le siepi desolate le prime viole nere per la festa della Candelora. E forse sono proprio queste attese che l’uomo si porta nel sangue dalla nascita, ed il pensiero che se uno vuole, la sera, può accendersi ancora il fuoco in qualche posto, che aiutano i vecchi soli con se stessi ad attraversare questi mesi morti, fatti di giorni brevi, grigi, tutti uguali nel cielo chiuso dei mattini senz’alba.<br /><br /></span></span><div style="text-align: center;"><span style="font-size:100%;"><span lang="it" style="font-family:arial;"> <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Antonio Seccareccia</span></span></span></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-47844900193561647382008-03-20T11:16:00.008+01:002008-03-20T13:45:27.157+01:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://bp3.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R-JcNljRO8I/AAAAAAAAAPA/S3-zPSo4rB8/s1600-h/69913.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="http://bp3.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R-JcNljRO8I/AAAAAAAAAPA/S3-zPSo4rB8/s200/69913.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5179803909917588418" border="0" /></a><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:arial;"><span style="font-weight: bold;">Saviour Machine</span> - <span style="color: rgb(255, 0, 0);">Legend Pt. I - MCM/Massacre Records - 1997.</span></span></span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style=";font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:100%;" > La trasposizione in musica del libro dell'Apocalisse, l'ultimo libro della Bibbia. Un progetto che se chiamato ambizioso sminuirebbe tutto il lavoro, la premura e la dedizione che i nostri hanno applicato alla composizione di questa prima parte e di quelle successive. Un progetto dal fascino irresistibile capace di esprimere tutti gli umori, le sensazioni, le paure della profetica distruzione dei Tempi e della "Rivelazione" di Cristo che dovrebbe avverarsi dopo i 7 anni finali dominati dall'Anticristo. "Legend", the official soundtrack for the end of the world". E mai descrizione migliore poteva essere azzeccata. Una sinfonia drammatica che toglie il respiro, capace di proiettare l'ascoltatore all'interno delle vicende descritte</span><span style=";font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:100%;" >(con una cura a dir poco maniacale) e di renderlo partecipe dell'intero racconto. </span><span style=";font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:100%;" >Il sound di base è quello già ascoltato in "Saviour Machine II", ma viene sviluppato con un appesantimento della chitarra, molto più corposa </span><a style="font-family: arial;" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://bp3.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R-I8FljRO7I/AAAAAAAAAO4/f2Yl1lAFIM8/s1600-h/savmach.gif"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer;" src="http://bp3.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R-I8FljRO7I/AAAAAAAAAO4/f2Yl1lAFIM8/s320/savmach.gif" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5179768588106546098" border="0" /></a><span style=";font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:100%;" >e meno fluida e "limitata" al solo riffing, mentre a farla completamente da padrone è la maestria di Van Hala attraverso le cui mani passano orchestrazioni sia oscure(nella maggioranza dei brani), sia più ariose. </span><span style=";font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:100%;" >La ritmica diventa instabile, imprevedibile, eco onnipresente delle catastrofi musicate e letterate ed infine, come già nei precedenti lavori, la voce di Clayton che troneggia su tutto, deus ex machina dell'intera compagnia. </span><span style=";font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:100%;" >Le song si susseguono senza tregua né pause, tutte accomunate da un unico filo conduttore sia lirico sia strumentale, e si alterano in slow song ed in altre più ricche di ritmiche e percussioni, si librano nell'aria in ballate pianistico-sinfoniche e viaggiano nei luoghi del concept in altre più heavy e presentate da un tripudio di inserti melodici orientaleggianti, funerei, creando un quadro sonoro d'insieme assolutamente impareggiabile. Oltre i generi, oltre le etichette, un'opera messa a disposizione dell'umanità e conservata nel museo d'arte drammatica dell'anima di questa terra.<br /><br /><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Behold, Time Is Legend, And History Is Time. This Our Is Mine.</span><br /></span></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6993222003345350523.post-15302395446281674792008-03-18T16:30:00.006+01:002011-01-03T20:52:56.135+01:00Anthony Minghella<div style="text-align: center;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://bp1.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R9_g4GlY_MI/AAAAAAAAAOo/h1xqN4SNwBo/s1600-h/afp_12525996_51020.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer;" src="http://bp1.blogger.com/_SU78XxZlXoI/R9_g4GlY_MI/AAAAAAAAAOo/h1xqN4SNwBo/s320/afp_12525996_51020.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5179105350944095426" border="0" /></a><span style="font-weight: bold;font-family:arial;" ><br /><span style="font-size:130%;"><span style="color: rgb(255, 0, 0);">6 </span></span></span><span style="font-weight: bold; font-style: italic; color: rgb(255, 0, 0);font-family:arial;font-size:130%;" >gennaio 1954 - 18 marzo 2008</span></div>Shadowlandhttp://www.blogger.com/profile/15147767882099016335noreply@blogger.com6